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Il Museo Diocesano “San Pietro” di Teggiano è un’istituzione culturale con una lunga storia e con un ventaglio di interesse storico-artistico, legato all’intera Diocesi di Teggiano-Policastro. La storia dell’edificio, nel quale è ubicato il museo, è bimillenaria, affondando le radici in età romana, quando vi esisteva un tempio pagano, probabilmente dedicato al dio Esculapio. Nell’Alto Medioevo, sulle rovine della struttura templare, sorse una chiesa dedicata a San Pietro Apostolo, che nel corso dei secoli andò man mano ampliandosi, fino all’età moderna. Il risultato di questa stratificazione architettonica è ben visibile oggi, negli spazi museali, che conservano anche opere d’arte legate alla storia della chiesa petrina. San Pietro, una delle cinque parrocchie di Teggiano, ebbe vita fino al terzo quarto dell’Ottocento, quando, dopo esser stata sconsacrata, venne abbandonata ed il titolo parrocchiale traslato nella vicina chiesa di Sant’Agostino.
Il Museo, invece, ebbe principio, a carattere embrionale, già nella prima metà del Novecento, quando vi si iniziarono a raccogliere tutte le testimonianze, di carattere prettamente litico, ritrovate nel centro storico di Teggiano. Alla fine degli anni Ottanta del Novecento, vi fu la prima sistematica organizzazione della collezione, via via ampliata e riorganizzata, a partire dalla musealizzazione del 2007. Nel 2018 è avvenuta un’ulteriore sistemazione delle opere esposte, accompagnata da un riadeguamento impiantistico interno.
Oggi il Museo Diocesano “San Pietro”, primo tra i tre della Diocesi di Teggiano-Policastro (oltre al Lapidario Dianense ed al Museo di Policastro Bussentino), offre una visita ai suoi tesori, del tutto particolare, potendola integrare, sia con l’altra collezione cittadina, che con un itinerario turistico completo, per l’intera città-museo.
Il patrimonio artistico museale, può essere suddiviso in due sezioni: le opere “fisse”, che appartengono alla storia dell’antica parrocchiale di San Pietro e quelle oggetto delle varie musealizzazioni, nel corso degli anni. Tra le prime opere vanno ricomprese anche le testimonianze di reimpiego, all’interno della fabbrica architettonica, come il leone e l’ara romana, il capitello normanno e la base del podio del tempio d’età Classica, inseriti nei muri perimetrali esterni.
Si accede al Museo, dopo aver superato un pronao a tre arcate, con archi su colonne in pietra, che ingloba lo splendido portale litico del 1477 (e il portone ligneo coevo), commissionato dal senese Ambrogio Malavolta, della nobile famiglia trapiantata a Diano (oggi Teggiano), dalla fine del Trecento.
L’interno è caratterizzato dalla fisionomia architettonica dell’antica chiesa e di parte delle opere appartenenti al corredo artistico di San Pietro.
Tra di esse spicca per importanza e qualità artistica, la Cappella Francone e il sepolcro dell’Arcidiacono Rossi; nella prima si conserva la particolare tomba in stucco policromo del soldato dianense Bartolomeo, datata 1401, con raffigurazioni plastiche e decorative di santi e membri dell’illustre famiglia. La stessa cappella è arricchita da pregevoli affreschi di inizio ‘700 attribuiti alla bottega del Palmieri, raffiguranti i Sette Dolori della Vergine. Caratterizzata da un’inconsueta iconografia, è la rappresentazione di San Filippo Benizi, ritratto in abiti papali e collocato sulla parete destra della cappella.
La terza cappella del Museo è arricchita dalla carica simbolica della tomba, in pietra locale, dell’Arcidiacono Guglielmo Rossi. Caratterizzata dalla presenza insolita e significativa di tre statue che idealizzano la parabola dell’esistenza umana.
Tra le opere della collezione museale si evidenziano, in un continuo dialogo tra tradizione e storia, le due bellissime pale della Madonna del Rosario, provenienti rispettivamente da Polla e Controne. Entrambe condensano appieno il clima religioso successivo alla Battaglia di Lepanto, testimoniando quanto l’arte sia capace di riflettere in maniera attenta e rappresentativa un momento storico in pieno fermento.
Estremamente rilevanti sono gli esempi di statuaria lignea di cui si arricchisce l’ambiente museale. Tra le varie opere, colpisce indiscutibilmente per stile e raffinatezza esecutiva il Sant’Antonio Abate, caratterizzato inoltre dalla particolarità dell’essere una statua “cava”, espediente utile e necessario in quanto permetteva agli artisti una miglior conservazione del manufatto.
All’estremità del transetto sono collocati una serie di interessantissimi Crocifissi, tre dei quali realizzati in muratura, che mostrano in maniera ineccepibile l’evoluzione stilistica del modo di rappresentare il “Cristo Crocifisso” a partire dal XIII secolo.
Poco più avanti, di notevole valenza stilistica, ritroviamo due affreschi provenienti dal succorpo di Santa Venera, di chiara matrice oderisiana. Staccati dal luogo d’origine e restaurati per interromperne lo stato di degrado in cui versavano da tempo, risultano essere testimonianze indiscusse della carica innovativa che le botteghe regnicole riuscirono a veicolare nel nostro territorio.
Su una delle pareti del transetto è ospitata una serie di mezzibusti reliquiari, costituiti da statuette con incavo (sul petto o sulla base), che un tempo conteneva i preziosi resti del santo raffiguratovi.
Gli spazi dell’ex sagrestia sono dedicati alla raccolta dei paramenti liturgici, alcuni dei quali appartenuti ai primi vescovi di Teggiano. Spicca per importanza un ricco corredo di argenteria costituito da alcune croci processionali, vasi sacri (pisside, calice) e oggetti d’altaristica.
Informazioni sulla visita (modalità, eventuale di visita guidata, orari di accesso)
Il museo è aperto tutto l’anno nei seguenti orari: 10:00/13:00- 15:00/18:00 (periodo invernale, novembre-marzo), 10:00/13:00- 16:00/19:00 (periodo estivo). Il giorno di chiusura è il lunedì, ma prenotando in anticipo è comunque possibile richiedere la visita con guida sia ai Musei, che alle chiese del centro storico.
Per qualsiasi informazione o richiesta, contattare il centro turistico ai numeri 0975/79930, 349/5140708, oppure tramite mail all’indirizzo museoteggiano@diocesiteggiano.it.